giovedì 24 ottobre 2013

"Orti civici a Castelfranco, ora è possibile!"


Noi studenti Mattia Pastro e Andrea Scattolon di 5b Tecnico abbiamo partecipato a diverse sedute della VI Commissione Ambiente del Comune di Castelfranco Veneto su invito della Prof.ssa Donata Sartor.
Una di queste riunioni aveva come ordine del giorno questo:
"Concessione di un'area di proprietà comunale all'Associazione Coordinamento del Volontariato della Castellana per la realizzazione degli orti civici inerenti al progetto "Diamoci una mano"".
Il Comune di Castelfranco ha approvato l'iniziativa "Orti civici" presentata dalla citata associazione ed a concesso il patrocinio. Questo progetto infatti, scrive la Giunta, consente di dare una risposta ai problemi della povertà e dell'emarginazione sociale, promuove il benessere della persona, la socializzazione e la valorizzazione delle tradizioni e delle radici contadine; nonchè attribuire un valore educativo al rispetto delle regole e dell'ambiente e all'educazione alimentare.
Il Comune di Castelfranco concede, a titolo gratuito, all'Associazione Coordinamento del Volontariato della Castellana, l'area di proprietà comunale sita in via Lovara di circa 2000 mq2.
L'Associazione dovrà gestire il progetto e provvedere all'assegnazione degli orti ai cittadini richiedenti, secondo le modalità indicate nel regolamento.
Il Comune s'impegna a dotare l'area di servizi igineci e ricoveri attrezzi, versare i contributi consortili per l'irrigazione.
Gli orti civici sono un chiaro esempio di una soluzione pratica per tutti i cittadini che vorrebbero mangiar sano, coltivando magari ciò che arriverà in tavola. Si tratta anche di una notevole valorizzazione del territorio, recuperando un' area che altrimenti non andrebbe utilizzata.

Quindi speriamo vivamente che il progetto sia realizzato al più presto e facciamo i nostri complimenti al Comune di Castelfranco e all' Associazione Coordinamento del Volontariato della Castellana per la loro idea Green

ecco l'immagine planimetrica dell'area con individuati i lotti di coltivazione...
clicca l'immagine per ingrandire





mercoledì 23 ottobre 2013

siamo greeeeen e siamo anche qui!!!

BIODIVERSAMENTE 2013

Sabato 26 ottobre, ore 15,00-19,00
PESCI, INSALATE E SVILUPPO SOSTENIBILE
Il museo dedica la giornata 2013 della biodiversità all'Acquaponica, una disciplina recente che coniuga l’Acquacoltura (l’allevamento di pesci e crostacei d'acqua dolce) con l'Idroponica (la coltivazione di ortaggi e fiori senza l’utilizzo della terra). Tematiche quali l'educazione alimentare, il risparmio idrico e lo sviluppo ecosostenibile saranno presentate al visitatore con modalità coinvolgenti e ricche di spunti di riflessione.
Un sabato pomeriggio aperto a tutti  per scoprire come allevare pesci e coltivare insalata all’interno delle nostre case, e imparare giocando con tantissime attivitàper tutta la famiglia, dai laboratori, alle visite alla Sala Pesci al truccabimbi.
L'iniziativa vedrà il coinvolgimento dei ragazzi dell'Istituto Agrario I.S.I.S.S. "Domenico Sartor" di Castelfranco Veneto.
L’ingresso è libero e gratuito, tutte le attività iniziano alle ore 15,00 e si svolgeranno a ciclo continuo fino alle 19,00. 
Nel corso della giornata sarà possibile visitare liberamente le sale del Museo. Non è prevista prenotazione né iscrizione.
Iniziativa inserita nella rassegna RetEventi in collaborazione con la Provincia di Treviso
INGRESSO LIBERO

PROGRAMMA
Alla scoperta dell'acquaponicaInsalata in salotto  - Vivere sostenibileI pesci d'acqua dolce, visita alla Sala PesciGiochiamo con il radicchio tra biodiversità e sostenibilitàLaboratorio di alimentazione: il valore delle proteine animali e vegetali. Glu-glu pesciolino curioso! Attività per i più piccoliSpazio cinema: documentari e filmati alla scoperta della fito-depurazione e acquaponica
Caccia al tesoro in giardino
Truccabimbi, disegni e...

martedì 22 ottobre 2013

greeeeen school nel mondo

ONU, un progetto di green school nella Striscia di Gaza: è realtà!

Al via a Gaza il progetto firmato dall’architetto Mario Cucinella per la costruzione di una “Green School” nei Territori Palestinesi. Il concept dell’iniziativa è stato sviluppato tenendo conto delle condizioni economiche e sociali dei Territori (a partire dalla scarsità dell’acqua e dagli alti costi dell’energia) e ascoltando i bisogni dei residenti nei campi profughi.



Il progetto esplora la realizzazione di un edificio autonomo a livello energetico ed idrico, che copre il ridotto fabbisogno energetico esclusivamente tramite risorse rinnovabili disponibili in loco (energia solare ed energia dal terreno) e fornisce la quantità d'acqua necessaria per le pulizie, lo scarico dei wc e per l'irrigazione delle aree verdi esclusivamente tramite la raccolta delle acque piovane e il trattamento delle acque grigie e nere mediante fitodepurazione.
Il sistema costruttivo è composto da tre elementi distinti:
una platea di cemento come fondazione: al di sotto di questa un letto di pietre agisce come primo moderatore bioclimatico per convogliare l'aria esterna all'interno delle aule;
pilastri di cemento prefabbricati: due anelli di tubi in calcestruzzo delle condutture d'acqua (diametro esterno di 2,22 m e 1,5 m) sono qui usati come casseforme verticali a perdere. Nell'intercapedine tra i due anelli sono collocate le barre filettate per il getto in calcestruzzo. Parte dei pilastri viene poi riempita con terra di scavo (al fine di ridurre i costi di scavo), mentre altre colonne, vuoto, vengono utilizzate come un condotto per la ventilazione naturale (effetto camino);
il tetto sporgente ventilato costituito da travi in acciaio e da uno strato esterno in lamiera ondulata di colore chiaro il quale integra i pannelli fotovoltaici in silicio amorfo.

Anche i materiali che verranno utilizzati sono quelli disponibili sul territorio, mentre, per limitare i costi di costruzione e facilitare le operazioni di cantiere, si ricorrerà a un sistema costruttivo semplice composto da tre elementi. La platea di fondazione in cemento armato fungerà, ad esempio, anche come massa termica con l’obiettivo di ridurre le oscillazioni di temperatura all’interno degli ambienti. Sotto la platea è prevista un’intercapedine d’aria riempita di ciottoli nella quale confluiscono le tubazioni interrate (che permettono di pre-riscaldare l’aria in inverno e pre-raffrescarla in estate grazie allo scambio termico col terreno) e la collocazione di serbatoi di acqua piovana e delle acque reflue, dimensionati in modo da soddisfare la domanda d'acqua complessiva dell’edificio per le pulizie, i servizi igienici e l’irrigazione. Il secondo elemento costruttivo utilizza pilastri di cemento prefabbricati, dove due anelli di tubi in calcestruzzo dei condotti d'acqua sono utilizzati come casseforme verticali a perdere. Parte dei pilastri è riempita con la terra di scavo (al fine di ridurre i costi di smaltimento), mentre altre colonne, vuote, fungeranno da condotto per la ventilazione naturale (sfruttando l’effetto camino indotto dai camini solari). L’enorme massa termica generata da tutti i pilastri garantirà oscillazioni minime di temperatura all’interno degli ambienti. Infine, la copertura avrà la funzione di terzo moderatore  bioclimatico, capace di regolare l’ingresso della luce naturale e limitare i guadagni termici attraverso l’involucro. Il sistema prevede una doppia lamiera con una cavità interna ventilata per minimizzare il rischio di surriscaldamento grazie anche al trattamento superficiale esterno ad alta riflettanza. Il tetto, dimensionato correttamente per favorire il recupero delle acque piovane, integra moduli fotovoltaici amorfi. Inoltre la forma della copertura interna e l’altezza sono state concepite per favorire la stratificazione dell'aria e la ventilazione. http://www.atlantegreen.it/

Laghi d'aria, camini solari, fitodepurazione delle acque con il bambù, pannelli fotovoltaici srotolabili. Sono alcune delle soluzioni tecniche delle Green Schools progettate dall'architetto Mario Cucinellaper l' UNRWA, l'agenzia delle Nazioni Unite che si occupa dei rifugiati palestinesi. Se verranno costruite tutte e venti quelle previste, serviranno per coprire le esigenze di almeno una parte dei 40 mila bambini che vivono nella Striscia di Gaza e che stanno aspettando una scuola. Non solo, le scuole saranno ecosostenibili e praticamente autonome sia dal punto di vista energetico che dell'approvvigionamento di acqua. fonte (wired.it).